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Rally Portogallo 1986: l’edizione più scura

Riviviamo la tragica edizione che costrinse il mondo dei rally a capire che era il momento di cambiare

rally portogallo 1986

Se da un lato la storia del rally del Portogallo ricorda soprattutto spettacolo e battaglie avvincenti, dall’altro c’è un’edizione di questa gara che segna un punto fondamentale nella storia dei rally dal punto di vista della sicurezza e del controllo degli spettatori. Stiamo parlando del 1986, annus horribilis che sancì la fine dell’epoca delle Gruppo B e dell’evoluzione tecnica estremizzata ai massimi livelli.

In quella stagione il Portogallo è il terzo appuntamento del WRC ed il livello di competizione è altissimo. Ci sono almeno sette-otto piloti che possono ambire alla vittoria, con Peugeot, Lancia, Audi, Ford, Austin -Rover e Volkswagen schierate nella loro migliore veste per giocarsi ognuna le proprie occasioni. Come da consuetudine c’è tantissima gente sulle prove speciali. Troppa.

Il passaggio delle auto è accompagnato da un muro di pubblico che si apre e si chiude come in una danza perfetta tra uomo e macchina. I fotografi si sporgono all’inverosimile alla ricerca dello scatto perfetto, qualcuno perfino accovacciato ad altezza del manto stradale. I piloti sono in grande difficoltà perché i punti di riferimento delle note sono completamente superflui davanti a tanta spavalderia del pubblico. Fino a che il meccanismo si inceppa e accade l’inevitabile.

Nella prova speciale “Lagoa Azul”, il portoghese Joaquim Santos, dodicesimo pilota a scendere in speciale, giunge a velocità troppo elevata su una curva in discesa. Dapprima sembra riuscire ad evitare la folla assiepata sul lato esterno della curva ma la sua Ford RS200 piomba dall’altro lato della strada travolgendo tutto e tutti.  Dalle immagini si intuisce il disperato tentativo del pilota che, ad un certo punto, pare voler addirittura lanciarsi dall’auto in corsa, come in un istintivo gesto estremo di salvezza. Moriranno tre persone e i feriti saranno a decine.

Inizialmente non è ben chiaro a tutti cosa è appena successo. Le notizie sono frammentarie e non troppo dettagliate. I piloti ufficiali decidono che così è troppo, così non si può andare avanti e chiedono alle loro case di ritirarsi in blocco. La decisione verrà accolta e comunicata attraverso un comunicato scritto a penna

Questa la traduzione del comunicato.

La ragione per la quale tutti i i piloti iscritti non vogliono continuare col Rally di Portogallo sono le seguenti:

  1. Come segno di rispetto per le famiglie delle persone scomparse e per le persone ferite
  2. Ci sono condizioni veramente particolari qui in Portogallo: non ci sentiamo in grado di continuare garantendo la sicurezza degli spettatori
  3. L’incidente accaduto è dovuto al tentativo del pilota di evitare il pubblico che si trovava IN MEZZO alla strada. Non è legato al tipo di vetture e alla loro velocità.
  4. Speriamo che il nostro sporto possa beneficiare di questa nostra decisione definitiva.

Sottoscriveranno tutti i big: Salonen, Alen, Rohrl, Blomqvist, Biasion, Pond, Kankkunen, Toivonen, Grundel, Wilson, Santos, Duez, Eriksson e Wittmann.

comunicato stampa rally portogallo 1986

 

Walter Röhrl dichiarerà alla stampa:

Bisognava fermarsi. E’ questa la sola maniera di far prendere coscienza agli spettatori dei pericoli che corrono. I piloti non sono né pazzi né assassini. Bisogna dire al mondo che noi siamo coscienti dei pericoli che corriamo e che facciamo correre.

Gli faranno eco Timo Salonen:

I soldi non contano più. La nostra vita, quella degli spettatori, è più importante.

e Markku Alén:

Non era più possibile continuare in queste condizioni. Penso che adesso se ne siano accorti tutti.

Paradossalmente il pubblico portoghese non accetterà di buon grado la decisione, come se gli fosse stato tolto di mano un giocattolino a cui non avrebbe rinunciato per nessun motivo. E anche l’organizzazione della gara non raccoglierà il forte monito, lasciando che tutti gli altri equipaggi terminassero la gara in un clima surreale.

Fu invece una grande lezione per tutto il movimento che iniziò a farsi delle domande su quale fosse il limite da non superare in tema di rally e sicurezza del pubblico. La stagione proseguirà con il tragico epilogo che tutti conosciamo.

Il mondo dei rally si troverà davanti alla necessità di guardarsi dentro per riconoscere i propri errori, fare un passo indietro e voltare pagina per scrivere la storia del motorsport in un modo completamente diverso.

Nel video il riassunto di quella tragica giornata.

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