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Abitebluff…

Chiamato da Hyundai Motorsport per ritornare a vincere, ha raccolto meno di Moncet

cyril abiteboul

Nonostante una stagione dove gli è successo di tutto e di più, Ott Tanak è a 9 punti da Thierry Neuville in classifica generale del WRC. Ed è da questo numero che mi viene lo spunto per l’editoriale post Rally del Cile 2023, terzultimo appuntamento del World Rally Championship.

Sul banco degli imputati Cyrl Abiteboul, annunciato con giubilo dopo un lunghissimo “toto team principal” e dichiarato come colui che avrebbe risollevato le sorti di Hyundai Motorsport. D’altronde quella Formula Uno come voce principale del CV, era il miglior biglietto da visita per affacciarsi con autorità nella “cenerentola” del motorsport.

Poi c’è la realtà e, a due gare dal termine, possiamo tranquillamente iniziare dipingerla per quello che è, dopo aver visto il manager/ingegnere francese al lavoro per una stagione.

Le statistiche sono impietose: tutti hanno fatto meglio prima di lui.

Ma ve lo ricordate com’è stato trattato Julien Moncet neanche un anno fa? Mentre lo chiamavano vicedirettore e meditavano di trasformarlo “Head of Powertrain and Future Technologies“, probabilmente perché non esisteva modo semplice di metterlo alla porta, vinceva cinque gare del mondiale 2022, piazzava due piloti nelle prime tre posizioni del mondiale piloti (seppur ad oltre 50 punti da Kalle Rovanpera campione del mondo) e contendeva il titolo costruttori a Toyota fino al Rally Catalunya penultima del mondiale rally.

E si parlava di fallimento, di necessità di rifondare tutto, di ripartire.

Ott Tanak viene sacrificato nel buon nome della “linea francofona” del team, si rifondano diversi ambiti del team giudicando come sbagliata la strada tracciata da Andrea Adamo che, fino al momento delle dimissioni per motivi di salute, aveva alzato al cielo due titoli costruttori. Tutto su Neuville, ingaggiando piloti pronti ad accettare di correre per il team e per quell’imperativo “vincere”.

Prima di imbarcare tutto per l’Europa Centrale il bottino Hyundai Motorsport è di una vittoria e sette podi per l’equipaggio belga, due podi per Dani Sordo e quattro per Esapekka Lappi (con diversi incidenti piuttosto pesanti all’attivo).

Poco. O comunque molto meno di quello che ci si aspettava da un manager così tanto atteso e desiderato.

Non proprio un “operazione simpatia”

I sorrisi ed il modo di fare non portano titoli ma, hanno comunque il loro peso specifico. Quando si parla di motorsport si associano volti e persone a marchi di importanza mondiale. Anche il saper far parlare quando serve e saperci mettere la faccia dove necessario hanno una sua importanza, in particolar modo quando le cose non vanno come si sperava e c’è da sostenere il clima all’interno di un team in cui si lavora incessantemente.

Non tutti possono avere il sorriso perenne di Jari-Matti Latvala o costruirsi l’aura magica di Malcolm Wilson ma, nemmeno possono risultare così poco carismatici e presenti a protezione dei propri colori. La sensazione è che ci sia stato un approccio manageriale tout court, tanto nei modi quanto nelle dichiarazioni. Vi ricordate le immagini dell’acceso scambio con Testoni durante il Rally di Svezia? (se no, trovate tutto in questo articolo).

Oltre ad una presenza quantomeno dubbia alle redini del team (in più di una gara europea ci sono prove che abbia lasciato il service park prima della conclusione del rally), è mancata la presenza sotto il profilo del carisma.

Scelta che in questo momento non aiuta e che poco ha sostenuto alcune decisioni strategiche “impopolari”, come la cessione della posizione a favore di Neuville in alcune situazioni in cui si voleva pensare alle classifiche generali

Perdere ci può stare, perdere lasciando sensazioni positive per i giorni a venire sarebbe stato probabilmente meglio.

Quale futuro dopo il fallimento di questa stagione?

Fioccano gli interrogativi. Difficile pensare di poter riproporre la linea dettata per questa stagione e, al tempo stesso, immaginare ad un modo per fronteggiare in modo consistente Toyota. Sicuramente non con questi presupposti e con così pochi risultati che possano dimostrare che è una linea a cui serve più tempo. Anche perché di tempo, coi nuovi regolamenti non troppo lontani ed uno sport sempre più in crisi, ce ne sarà sempre di meno.

Conviene esserci, non solo fisicamente, per non rischiare di lasciare qualche buona esperienza nel curriculum presentato come unico buon ricordo nel mondo dei rally.

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