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Kalle Rovanpera ha perso il suo istinto killer?

Il ritorno a tempo pieno lascia presagire tutt'altra stagione ma, al momento, le difficoltà sono parecchie

È la domanda che circola ormai da settimane nei paddock, sui social e tra gli appassionati del WRC. Il due volte campione del mondo, l’uomo che aveva sorpreso tutti per la sua freddezza, la sua calma quasi glaciale e una velocità brutale sulle strade sterrate di mezzo mondo, sembra non essere più lo stesso. E lo dicono i numeri, ma lo dicono anche i suoi occhi quando scende dalla Toyota Yaris Rally1: non c’è più quella scintilla, quell’istinto di predatore che lo aveva reso uno dei più giovani campioni di sempre.

La stagione 2025 di Kalle Rovanperä era partita con qualche segnale preoccupante già a Monte-Carlo: un quarto posto di rincorsa, un ritmo altalenante e un feeling con la nuova configurazione della GR Yaris Rally1 mai davvero decollato. Poi sono arrivati la Svezia, l’Arctic Lapland (gara test), la Sardegna, il Portogallo e l’Acropoli, e in mezzo a qualche lampo di classe — come la splendida vittoria alle Canarie, su asfalto — si sono infilati errori, ritiri e un malessere tecnico che ormai non si può più ignorare.

Il ritiro in Kenya: il punto più basso

Il Safari Rally in Kenya, a marzo, ha segnato probabilmente il punto più basso della parabola recente di Kalle. Un ritiro per problemi meccanici, ma dietro al guasto si è visto un pilota nervoso, poco lucido e, soprattutto, incapace di trovare la quadra con Hankook, il nuovo fornitore unico di pneumatici del WRC. Se c’è una cosa che ha sempre distinto Rovanperä, è la sua capacità di adattarsi: ai fondi viscidi della Finlandia, alla polvere dell’Estonia, all’asfalto francese. Ora però la sensazione è che questa volta l’adattamento non stia funzionando.

Lo stesso Kalle lo ha ammesso dopo la debacle greca:

“Niente ha funzionato questo fine settimana. Non eravamo al ritmo che avremmo dovuto avere. So che posso migliorare anch’io. Semplicemente non riesco a guidare come faccio di solito”.

Parole che pesano come macigni se arrivano da un ragazzo che in passato non aveva mai dato segni di cedimento psicologico.

La variabile Hankook e una Toyota da ritrovare

Il grande tema tecnico della stagione è, senza dubbio, la fornitura di pneumatici Hankook. L’azienda coreana ha puntato molto sulla durata — un must per rally come l’Acropoli o il Kenya — ma la prestazione pura, soprattutto su sterrato, ancora non c’è. Rovanperä è tra quelli che sembrano soffrirne di più: il suo stile di guida scorrevole e preciso è costruito su un grip prevedibile, sulla fiducia in appoggio e sulla possibilità di tirare fuori tutto in inserimento curva.

Tutti i piloti Toyota lamentano difficoltà, ma Rovanperä appare quello che fatica di più a metterci una pezza con il talento (forse solo Thierry Neuville è più difficoltà). Segno che forse, dietro al volante, qualcosa si è incrinato anche nella testa.

Toyota, dal canto suo, ha lavorato senza sosta per trovare nuove soluzioni di set-up. Più di una volta, tra Monte-Carlo e Portogallo, la GR Yaris è tornata con modifiche importanti. Ma la sensazione è che Kalle abbia perso quell’intesa magica con la vettura, considerando anche i risultati che Sebastien Ogier ha ottenuto a parità di condizioni e con un programma part-time.

I numeri non mentono

Se guardiamo la classifica generale, la fotografia lascia qualche pensiero: Kalle è quarto con 117 punti, mentre il compagno Elfyn Evans comanda a quota 150. Paradossale, no? Ma anche questo la dice lunga: Evans è partito fortissimo in stagione ed ora è costante, sbaglia poco, gestisce anche se non vince. Rovanperä, invece, alterna giornate di gloria (le Canarie sono state perfette) a prestazioni opache, dove raccoglie il minimo indispensabile grazie alle Power Stage, suo terreno di caccia preferito da sempre.

Il dato che più colpisce è che, dopo la vittoria di maggio alle Isole Canarie, sono arrivati due terzi posti (Portogallo e Sardegna) ma anche un 27° posto all’Acropoli. Per uno come lui, abituato a dominare sugli sterrati, è un crollo “quasi verticale”

L’aspetto mentale: la vera chiave

Ma forse la domanda più grande non è se Hankook riuscirà a trovare il compound perfetto o se la Toyota tirerà fuori l’assetto giusto. La vera domanda è: Kalle riuscirà a ritrovare se stesso? Perché l’istinto killer non si allena in palestra né si compra in fabbrica. Quella freddezza tutta finlandese — figlia anche dell’esperienza di papà Harri — era la sua arma segreta.

Ora sembra quasi assente, distratto. La pausa di un anno alle prese con altri sport del volante doveva servire proprio a ricostruire gli stimoli e azzerare quella “fatica mentale” che lo aveva portato a dire temporaneamente basta. Ma qualcosa sembra non funzionare a dovere e quel ritmo tambureggiante che ha portato a due titoli mondiali è un lontanissimo ricordo. E questo, per un ragazzo che ha fatto della testa la sua forza, pesa più di qualsiasi pneumatico sbagliato.

Estate cruciale: Estonia e Finlandia per ripartire

Le prossime settimane saranno decisive: Estonia e Finlandia, i suoi terreni di caccia preferiti, potrebbero segnare la svolta. Strade veloci, saltanti, curve in appoggio: se c’è un contesto dove può tornare a far vedere di che pasta è fatto, è questo.

Lui lo sa bene:

“Ora è il momento di riposarci a dovere e poi tornare freschi e in forma in Estonia. Naturalmente, l’obiettivo è tornare a lottare per la vittoria”, ha dichiarato.

Ma le parole, da sole, non bastano più. Servirà ritrovare la fiducia in se stesso, ritrovare quella fame da cannibale che lo aveva reso imprendibile.

Istinto killer smarrito o solo sopito?

Forse è solo una battuta d’arresto. Forse stiamo assistendo a quel momento, nella carriera di ogni grande campione, in cui la salita si fa più dura e bisogna dimostrare di saper soffrire. Di certo, se Kalle riuscirà a ritrovare la rotta, lo farà a modo suo: in silenzio, con lo sguardo freddo e la visiera abbassata. Perché un campione, quando perde l’istinto killer, può sempre ricostruirlo. Basta crederci.

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