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Tempo

2 MIN

Le misure contano…

Un’istante. Un attimo.

“Esco da questa destra medioveloce, pizzico il freno e imposto la sinistra successiva con maestria, ben attento a restare sulla linea. I riflettori di un intero ippodromo sono giustamente su di me che ho dominato questo rally di Svezia. La prova è talmente corta che non può succedere niente, non succederà niente.”

Succede.

Dev’essere questo il dialogo tra Thierry Neuville e se stesso negli attimi precedenti il patatrac.

Attimi appunto che hanno riscritto le pagine di una gara fin lì segnata dallo smisurato talento del pilota belga. Frazioni di secondo che hanno rimesso sulla bilancia ogni valore, ogni percezione, ogni valutazione. Da “Neuville campione del futuro” a “Neuville pilota fragile mentalmente” per il più breve dei passi e il più semplice dei giudizi. Come se poi ci fosse bisogno di giudizi dopo solo due gare di campionato e con tanti chilometri ancora da correre.

Centimetri che si sono dimostrati ancora una volta fatali per qualcuno e fondamentali per qualcun’altro.

Sì perché neanche 18 ore dopo, all’interno di una Yaris WRC c’era un altro che quanto a fragilità mentale ha scritto pagine rilevanti negli ultimi anni. Soffocato da un compagno di squadra prima preso come esempio, trasformatosi ben presto in ombra, fino a divenire un vero e proprio incubo. Ma sai, quando sei nel team migliore e con la macchina migliore come fai a decidere di cambiare strada?

Serve una spinta più forte, uno stimolo esterno. Ed è paradossale che tutto nasca da una misurazione sbagliata. Il Dieselgate come (probabile) scusa ed il cambio sedile diventa quella necessità che forse ti cambia la vita. Sì, perché ora è davanti a te c’è la fine di questa speciale.

“Pizzico il freno e imposto l’ultima sinistra con maestria e poco mi interessa se ho leggermente perso la linea. I riflettori del mondo sono giustamente su di me che ho vinto questo rally di Svezia e riconsegnato Toyota nelle mani della storia. Non è successo niente, ogni misura è al suo posto. Ho vinto.”

Dev’essere stato questo il pensiero tra Jari-Matti Latvala e se stesso.

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2 Comments

  • Fabio
    Posted 18 Febbraio 2017 18:21 0Likes

    Facendoti i complimenti per quest’articolo, mi sento di darti un consiglio: non so se l’hai già fatto, ma scrivi un libro. In poche righe mi hai appassionato. Sai scrivere e sai toccare i cuori degli appassionati. Attendo il tuo libro.

    • Alex Alessandrini
      Posted 19 Febbraio 2017 6:05 0Likes

      Ciao Fabio,
      grazie mille per i complimenti. Per il momento è solo una passione, chissà col tempo…

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