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Il ragazzo che viene da Jyväskylä

È Kalle Rovanperä il nuovo re dei fliyng finns?

Sono passati esattamente 3 anni da quando, nel febbraio 2017, ho pubblicato il mio primo pezzo per Rallyssimo. Era un’intervista ad un giovanissimo pilota che si era messo in luce nel campionato lettone e che avevo avuto modo di incontrare l’anno prima al Rally Žemaitija 2016 dove, alla prima gara su una R5, agguantò il secondo posto dopo aver battagliato per tutto l’evento con un certo Pontus Tidemand.
A differenza di Pontus, rampollo della dinastia Solberg dal carattere esuberante, questo ragazzino stava molto sulle sue, tanto che sarebbe stato facile indovinare che fosse finlandese, anche senza conoscerne il cognome. La guida era ancora tutta da affinare, ma il piede destro era pesante come un’incudine e a vederlo in azione nessuno avrebbe mai detto che aveva solo 16 anni!
Determinazione assoluta e quella scintilla di follia che c’è in ogni campione: Kalle Rovanperä aveva già allora tutte le carte in regola per essere un vincente e oggi, che di anni ne ha 19, ho rivisto durante la power stage quella determinazione, quel pizzico di follia e quell’enorme incudine che ha al posto del piede destro!
Per il movimento rallystico finlandese è una sorta di messia, un predestinato, l’uomo che riporterà finalmente il titolo mondiale “Suomeen” (in Finlandia), dicono. Ci sono così tante aspettative su di lui da mettere in ombra tutti gli altri giovani talenti nazionali come Huttunen, Suninen o Pietarinen, tutti piloti classe 93/94, tutti piloti che magari averne da noi!
In Italia invece ci si divide tra chi lo acclama e chi invece pensa che sia stato favorito dall’avere un cognome importante nel mondo dei rally. Certamente il padre, Harri, ha messo a sua disposizione la sua esperienza e le sue conoscenze, ma ricordo bene i giorni (e qui torno al 2015/6) in cui chiedevano in prestito qualche gomma da terra per fare una gara o un test con la C2 che Kalle usava al tempo.
Voglio dire che il percorso che Kalle ha fatto fino ad ora è stato molto diverso da quello, per esempio, di Oliver Solberg. È stato un percorso lontano dai riflettori, lontano dai grandi sponsor, fatto di molta concretezza e poca mondanità.
Ma attenzione: non confondete la pacatezza tipica dei finlandesi (e degli estoni) con la remissività. Oggi in power stage Rovanperä ha dato una lezione di coraggio al mondo e ha mandato un messaggio chiaro a Ogier e alla Toyota: io non alzo piede… mai! Non si tratta tanto di lesa maestà, in caso di bisogno a fine campionato anche lui farebbe la sua parte, quanto di sancire il suo pieno diritto a quel volante, non per nascita ma per merito, non per il cognome ma per il talento.
Verranno le gare difficili e gli errori, che in un processo di apprendimento sono anche necessari, ma per me oggi Kalle Rovanperä ha chiuso il cerchio e non è più una promessa ma una splendida realtà (se poi volete leggere quella vecchia intervista, cliccate qui).

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