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WRC – La tempesta perfetta si sta per abbattere sul Mondiale Rally?

E le ripercussioni potrebbero colpire anche i campionati nazionali

Sembra proprio che non ci possa essere pace per noi appassionati di rally, nemmeno durante le festività natalizie. Tutto sommato invece sembrava un periodo abbastanza positivo: al posto di Jean Todt, l’elezione di Mohammed Bin Sulayem sembrava una bella boccata di ossigeno per il mondo dei rally.

Voglio dire, tutti conoscono il passato di Jean Todt come navigatore prima e poi come DS Peugeot, ma si tratta di esperienze fatte molti anni fa e poi sepolte dagli anni in F1. Invece lo Sceicco bin Sulayem ha un background esclusivamente rallystico (e legato anche ai raid), con l’ultima stagione corsa nel 2002, ma con qualche apparizione successiva. Insomma tutto lasciava sperare per il meglio, se non che, nella sua prima intervista da Presidente della FIA in cui ha parlato di rally, lo Sceicco ha esposto una teoria che ci ha decisamente spaventato.

Si parte da una considerazione correttissima: “Due costruttori e mezzo non bastano“. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma sicuramente ha ragione. Il rischio che, un domani, Toyota o Hyundai lascino il mondiale c’è sempre e a quel punto la competizione si svuoterebbe della sua stessa definizione.

Poi però inizia a parlare del come attirare più costruttori e parla di costi. Citiamo testualmente le sue parole da Motorsport.com:

È una questione di costi. Sai, iniziamo con auto da rally con un tetto di costo di 100.000 dollari e poi sono saltati a 200.000 dollari. Sì, c’è quando si parla di inflazione, ma non può raddoppiare.

Già qua qualcosa non torna: chi ha mai parlato di 100mila dollari? Quella cifra, pari a 88.000 euro, basta a mala pena per una Rally4. Forse era un esempio tirato lì, o magari parlava del solo costo del kit ibrido (più probabile), ma comunque l’intento di questa affermazione arriva nella sua frase successiva, che anche in questo caso riportiamo testualmente:

Dobbiamo controllare il costo. Ho guidato la Rally3 recentemente e può fare il lavoro di una World Rally Car, non è la stessa velocità, ma il costo è molto più basso. In secondo luogo, veicoli accessibili a livello introduttivo.

Quindi secondo l’attuale presidente della FIA, il WRC si dovrebbe correre con delle Rally3 da 230cv? Praticamente sarebbe come tornare al 1987, ma senza il fascino delle macchine di allora.

Inoltre, se 2 costruttori e mezzo gli sembrano pochi, attualmente c’è un solo costruttore (“mezzo” come dice lui, visto che è M-Sport) che ne ha una il listino.

Insomma c’è confusione e questa confusione non può che fare male ai rally, perché quando c’è confusione i costruttori non arrivano, scappano! Sicuramente le Rally3 sono buone auto per i giovanissimi dello Junior, ma l’idea di vedere Ogier e compagni darsi battaglia su auto del genere ci mette un po’ tristezza!

Tra l’altro, abbandonare le Rally1, anche a fine triennio, per delle vetture che hanno solo la propulsione termica, sarebbe un incredibile passo indietro e un autogoal pazzesco (a meno che nel frattempo nuove tecnologie non ci vengano in aiuto!) che screditerebbe la Federazione stessa.

Insomma, come scritto nel titolo, la tempesta perfetta potrebbe abbattersi su tutto il movimento per cui è meglio se prendiamo tutti un ombrello!

Photo Credit: AFP/LEILA GORCHEV
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