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Rally di Roma Capitale – Virtual chicane: pareri discordanti fra i piloti

Ai pareri degli addetti ai lavori sulla novità della virtual chicane, si sono aggiunti i commenti, a caldo, dei piloti: eccoli

Appena saputo che al Rally di Roma Capitale sarebbe stata introdotta una virtual chicane, mi si sono rizzati subito i quattro pennacchi che ancora mi ritrovo in testa.

Dopo questa reazione incontrollata, sono andato a leggere bene di cosa si sarebbe trattato, sperando di aver frainteso quello che gli organizzatori avrebbero imbastito e compresso dentro a quelle due parole, virtual chicane appunto. Purtroppo la mia reazione non si è affievolita leggendo del tratto pressochè rettilineo di 220 metri in cui i piloti avrebbero dovuto rallentare fino a 50 km/h a loro discrezione, prima di poter pestare di nuovo sul gas.

Sarà per il disgusto che puntualmente suscita la virtual safety car in Formula 1, e per l’ambiguità che essa puntualmente crea (qualcuno guadagnata sempre o perde sempre svariati secondi senza possibilità di controllo, falsando quindi in maniera più o meno pesante l’andamento della gara), sarà che anche le chicane reali nei rally non mi sono mai piaciute, non ero quindi sicuramente entusiasta di questa novità. Mi sembrava infatti qualcosa di oggettivamente fuori posto per il mondo dei rally, strangolato ormai da questa modernizzazione e da questa metamorfosi forzata in nome della sicurezza.

Dopo tutte queste considerazioni mi sono però riproposto di aspettare di vedere realmente i piloti alle prese con la virtual chicane, riconsiderare quindi magari la mia opinione a riguardo una volta visto cosa ne sarebbe saltato fuori, e sentire soprattutto dai diretti interessati, i piloti, le impressioni su questa novità.

Da tener presente poi come l’obiettivo di tale chicane fosse quello di garantire la sicurezza in un tratto spettacolare, ma anche potenzialmente pericoloso. La discesa con fondo parecchio sconnesso, con alcuni accenni, ma da fare a tavoletta o quasi, ha spinto infatti gli organizzatori a voler rallentare forzatamente gli equipaggi. Cosa non possibile con una classica chicane a causa della ridotta larghezza della sede stradale, e che ha portato quindi a questa idea per garantire appunto la sicurezza dei piloti.

Opinioni decisamente contrastanti

Non è sempre detto che le opinioni dei piloti riflettando a pieno quelle di spettatori e appassionati, e devo dire che quando succede mi suscita sempre una certa dose di sorpresa e a volte sconforto.

Mi aspettavo una condanna unanime da parte dei piloti, lo ammetto, e sono stato invece smentito dalla maggior parte di essi. In testa a tutti Simone Campedelli, che dopo il primo passaggio sulla Alatri, la prova incriminata, ha risposto positivamente e con una battuta alla puntuale domanda riguardante la virtual chicane:

E’ stato divertente, perchè hai a disposizione 220 metri per rispettare il limite, e spetta all’equipaggio decidere dove farlo. E’ un po’ una strategia da attuare, e mi sono sentito come Christian Horner della Red Bull per un attimo.

Altro parere decisamente positivo è stato quello di Mikko Heikkila. Il finlandese ha nfatti puntato il dito sulla questione della sicurezza, sottilineando l’esigenza di rallentare i piloti in vista della curva successiva, potenzialmente molto pericolosa.

Prima volta per me con la virtual chicane e devo dire che è andata molto molto bene e devo fare fare i complimenti agli organizzatori. La curva subito dopo la chicane infatti è molto pericolosa, e così ci si sente decisamente più tranquilli.

Altri piloti, come Mabellini, hanno poi sottolineato la difficoltà di esecuzione, ma non hanno criticato l’idea in generale: rallentare fino ad una ben determinata velocità, nei rally, non è una cosa che si fa normalmente, con il risultato magari di dover frenare una seconda volta per veder finalmente comparire la luce verde sul GPS, e avere quindi la conferma di aver rispettato il limite di velocità.

Se anche Llarena e Basso hanno liquidato la domanda con un politico “it’s ok”, le critiche sono invece arrivate da Joan Bonato. Il francese ha infatti sottolineato che una cosa del genere non sembra essere l’ideale per un rally:

Non sai cosa fare. Devi frenare sul dritto senza che ci sia una vera curva o una chicane, ed è strano. Non credo sia una cosa buona per i rally. O metti una vera chicane o non metti nulla. Ma ok, non è stato difficile da rispettare: ho semplicemente guardato il dashboard per vedere la velocità, anche se probabilmente ho rallentato troppo perchè ad un certo punto ho letto 30 km/h. Ma penso sarà lo stesso per tutti.

Dopo il secondo passaggio il francese ha rincarato la dose, dopo aver avuto qualche problema con il suo sistema di bordo:

Ho avuto un problema con la virtual chicane: il dashboard non mi ha mai dato il segnale verde, e quindi ho fermato completamente la macchina. Questa chicane è una bella merd*, non funziona. Ok questa è la vita e magari è così per tutti, ma il nostro sistema non sta funzionando. Ho fermato completamente la macchina, forse a 10, 20 km/h. Ma ok, almeno sulla prossima non ci sono chicane.

Joan è stato comunque l’unico a lamentarsi seriamente, mentre tutti gli altri hanno minimizzato la cosa evidenziando solo la difficoltà di esecuzione.

Un parere a mio avviso corretto e puntuale è stato quello di Julian Porter, che mi ha fatto, devo dire, riconsiderare almeno in parte quello che fin dall’inizio mi si era insinuato in testa.

Non è spettacolare come può essere una chicane classica, ma dobbiamo considerare che non c’era posto per mettere una vera chicane. E quindi l’alternativa sarebbe stata magari quella di non fare la prova, o di usare un altro pezzo di strada, ma perdendo quindi questo tratto spettacolare. Per me quindi la cosa ha funzionato, e magari si tratta solo di cambiare nome e usare “slow zone” invece che “chicane”, che può magari assomigliare ad una presa in giro.

Quello che mi piace di questa virtual chicane comunque, è la strategia. Hai 220 metri per rallentare fino a 50 km/h, e lo puoi fare subito, e poi dare gas, o fare alla fine, e sembra che i più veloci siano stati quelli a scegliere questa strada.

Al di là della strategia, quello che mi è piaciuto del commento di Julian è sicuramente il fatto che senza la virtual chicane probabilmente gli organizzatori avrebbero ripiegato su una prova alternativa, o non magari non avrebbero incluso quel tratto nella prova. Tratto che devo dire è risultato comunque spettacolare, almeno dagli on board.

A fronte di questo, e delle immagini comunque spettacolari appunto, ho quindi rivisto in parte il mio giudizio iniziale, e devo dire che l’esperimento non è stato un disastro come invece mi aspettavo, almeno dal mio punto di vista.

Ovvio che questo non deve diventare una abitudine, magari con il solo scopo di abbassare la media di una prova come successo in Finlandia con la fantastica Ounipohja. Mi raccomando.

Credit pic: ERC.com
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