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Hyundai nel WRC 2025? La strategia (comunicativa) è chiara, il resto meno.

I volti principali del team si espongono per cercare risposte e chiarezza sul futuro, non solo del team

Non è andata come si sperava al Safari Rally Kenya 2024 per Hyundai Motorsport. Sicuramente la posizione di partenza di Thierry Neuville lasciava presagire una gara in salita, ma nessuno pensava si potesse finire con nessuna delle tre vetture sul podio.

Certo, la strabiliante Power Stage del pilota belga ha permesso di portare a casa punti importanti anche dall’Africa ma, a tenere banco per tutta la scorsa settimana, è stata la forte presa di posizione da parte degli uomini più importanti del team in merito al nuovo regolamento per il World Rally Championship.

Tre voci all’unisono per mandare un segnale preciso

La prima voce è stata quella di Thierry Neuville che ha dichiarato la necessità di trovare una stabilità regolamentare per il 2027, bocciando di fatto il periodo di transizione pensato dalla FIA per cercare di attirare nuovi produttori. Neuville sostiene che questo tempo andrebbe usato per ascoltare i potenziali Costruttori interessati al WRC, chiedendo loro cosa potrebbe servire per convincerli ad entrare nel Mondiale, cercando di accontentarne le esigenze di marketing. Sempre secondo il belga è quantomeno paradossale che una Rally2 possa all’improvviso battere una Rally1, vanificando di fatto anni di investimenti su una vettura per la massima categoria.

Lo stesso pensiero era stato espresso in precedenza anche dal Team Principal di Toyota, Jari-Matti Latvala. Apprezzamento invece per quanto previsto riguardo la parte promozionale del nuovo piano per il futuro del WRC.

Più diretto il Team Principal di Hyundai Cyril Abiteboul che a Dirtfish ha espresso tutta la sua preoccupazione ed alzato la pressione verso una decisione chiara, stabile e definitiva:

” Bisogna aspettarsi una Hyundai che possa essere competitiva e abbia la certezza di esserlo. Dobbiamo avere un’assicurazione sulla stabilità dei regolamenti e per questo abbiamo bisogno di tali regolamenti il ​​prima possibile. Non parli di mesi ma, di una-due settimane. Abbiamo un gap rispetto a Toyota e non possiamo permetterci di portarlo avanti altri due anni. Ma non possiamo certamente progettare un’auto partendo da supposizioni. Ci servono certezze e ci servono adesso, non a giugno (ndr. il periodo dove pare che le decisioni della FIA potrebbero essere definitivamente approvate) “

Molto diretto anche Ott Tanak che “accusa” la Federazione di una mancanza di visione e progettazione a lungo termine, sottolineando come le decisioni prese siano state più volte viste e riviste per “rimediare” alla forzata introduzione dell’ibrido che doveva essere la soluzione almeno fino al 2026. Il pilota estone ha poi messo l’accento sulla questione sicurezza, chiedendosi come si possano garantire gli standard di sicurezza (soprattutto in termini di telaio e roll-bar) pensati per le Rally1 sulle Rally2 potenziate.

Quale futuro quindi per Hyundai Motorsport nel WRC?

Difficile dirlo, almeno nell’immediato. Sicuramente c’è più di un ambito che entra in grande difficoltà in questo tipo di contesto.

Partendo dall’aspetto meramente sportivo, dalle parti di Alzenau c’è bisogno di maggiori (sacrosante) certezze per poter anche solo imbastire un’eventuale nuovo progetto. Gli investimenti dal 2016 ad oggi sono stati imponenti, con ben tre cambi regolamentari che hanno costretto a “riprogettare” da capo la i20 nelle varie versioni WRC, Plus e Rally1 Ibrida. Hyundai ha da sempre dichiarato (e dimostrato) di correre per puntare a vincere entrambi i titoli e non certo per fare da sparring partner di Toyota e Ford. Per farlo servono soldi, persone e tempo a disposizione. Tanto di tutto.

Non meno secondaria è la prospettiva legata al marketing. La scelta di abbandonare la strada dell’ibrido nei rally danneggia e non poco il mercato dell’auto per la casa coreana che ha puntato principalmente su veicoli ibridi e totalmente elettrici. Argomento che verrà completamente a mancare nel World Rally Championship e che, di fatto, toglie qualsiasi possibilità di connessione tra competizione e concessionari. Totale controtendenza rispetto all’idea di riportare i rally a quella dimensione di “vetrina per auto che si possono andare a comprare”.

Possibile ritiro? Avventato dirlo sulla base di questi elementi

Sicuramente Hyundai Motorsport è il solo team che ha deciso di fare la voce “contro” e a chiedere a gran voce una direzione netta, chiara e sensata all’interno di un evento di grande risonanza e interesse per tutto il movimento. Per se stessa e, di conseguenza, per il futuro del Campionato del Mondo Rally.

Foto: Luca Barsali
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