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Perché la Hyundai i20 Rally1 di Solberg ha preso fuoco? (no, l’ibrido non c’entra niente)

Da applausi la gestione del primo incendio a bordo di una Rally1

oliver solberg

Ok, questa svolta tecnologica non piace a nessuno e non è neanche più il caso di rimarcarlo. I vantaggi portati sono sicuramente inferiori alle perplessità e questo è un dato di fatto. Occorrono però equilibrio e razionalità nelle valutazioni, per evitare che l’ibrido diventi l’origine di tutti i mali e l’alibi per ogni situazione. Ad ogni ritiro o problema tecnico si chiama in causa questa innovazione, anche quando è un alternatore (che esiste da un bel po’ sulle macchine) ad appiedare Neuville ed il suo codriver.

L’ultimo caso, in ordine di importanza e significatività, è l’incendio della Hyundai i20 di Oliver Solberg sulla SS9 del Rally di Croazia per cui si è immediatamente chiesti se ci fosse lo zampino del “marchigegno” firmato Compact Dynamics.

Cos’è successo?

Oliver arriva a velocità elevatissima in un lieve scollinamento, esce leggermente largo, il posteriore della macchina inizia a scivolare fino a che la i20 si gira e finisce all’indietro in un terrapieno con degli alberi.

L’impatto è a velocità elevata ma non troppo differente rispetto a tanti altri incidenti che abbiamo visto. Solo che la macchina prende fuoco nella parte posteriore molto rapidamente, non appena Oliver Solberg ed Elliott Edmondson sono usciti dall’abitacolo.

Il resto lo fa la tempestività dei soccorsi che raggiungono rapidamente l’auto e riescono a domare le fiamme in poco tempo e senza che le fiamme possano invadere completamente l’auto. Prova immediatamente sospesa e poi cancellata.

Foto: profilo Facebook Oliver Solberg

Ma com’è possibile che siano divampate le fiamme?

La spiegazione è semplice, è sufficiente osservare il posteriore della Hyundai i20. Lo scarico è “avvolto” dalle plastiche del paraurti posteriore e poco dietro si trova il catalizzatore.

Foto: Luca Barsali

L’impatto sul posteriore provoca lo schiacciamento delle componenti incandescenti che entrano in contatto con le plastiche ed altre parti in carbonio che si accendono molto rapidamente. Le sterpaglie a volte aumentano l’effetto e fungono da “cerino” ma, non sembra questo il caso (le fiamme sono nella parte alta della macchina e non sotto).

Lo stesso Solberg ha fornito questa spiegazione tecnica, annunciando che purtroppo domani non riuscirà a riprendere la gara per i troppi danni provocati dall’incidente e le conseguenti fiamme.

Dalla sola immagine dell’auto in fiamme non si può vedere se la luce all’interno dell’abitacolo sia verde o rossa ma, non c’è nessuna prova che vi sia alcun coinvolgimento della componente ibrida montata sulla i20. Hyundai ha successivamente confermato l’accensione della luce rossa.

Le fiamme non fanno mai piacere ma…

Vedere un rogo avvolgere una macchina da rally non è mai piacevole ma, ancora una volta, c’è solo da fare gli applausi per la perfetta gestione della situazione che ha sottolineato il grande livello di sicurezza con cui si corre oggi nel World Rally Championship. Nessuna conseguenza fisica per l’equipaggio e per il pubblico, la cosa più importante.

Pensare di riuscire ad evitare a priori gli incendi quando si parla di motorsport è pura utopia (vi ricordate l’incidente di Grosjean in Bahrain per la F1?): si tratta appunto di motori ed il calore, da qualunque fonte provenga, ne sarà sempre parte.

Foto di copertina: Luca Barsali
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